Da un po’ di tempo volevo parlarvi di vini calabresi ma non sapevo da dove cominciare, mi serviva un esperto. A fine giugno, ho avuto la fortuna di conoscere Giulia, una sommelier calabrese e parlando con lei è nata l’idea di questa intervista.

 

Sommelier Giulia Cosenza

Giulia Cosenza – sommelier

1. Ciao Giulia. Provo a descrivere brevemente il tuo profilo professionale, tu sei passata da archeologa a esperta di vini. Mi racconti quando e perché hai deciso di diventare una sommelier?

Adoro il vino e mi piace berlo soprattutto in compagnia. Ho sempre desiderato fare il corso per diventare sommelier, e dopo aver realizzato questo mio piccolo sogno, mi si è letteralmente aperto un mondo e mi sono resa conto di quante cose siano racchiuse in una bottiglia. Successivamente ho voluto approfondire tutte le tematiche legate alla cultura e alle tradizioni enogastronomiche conseguendo un master universitario.

 

 

2. Premetto che il mio sapere sui vini si limita esclusivamente alle informazioni riportate sull’etichette delle bottiglie, eppure, una volta ho letto che il “Cirò” è il vino più antico d’Italia. Non credo si possa stabilire con certezza quale vino bevessero gli antichi popoli italici. Qual è la tua opinione in proposito?

La viticoltura si pensa che sia giunta con l’arrivo dei Greci colonizzatori sulle coste dell’Italia meridionale, i quali insegnarono ai popoli l’arte della vinificazione. Molti sono gli studi a riguardo: c’è chi sostiene che i vini più antichi d’Italia siano il Moscato di Siracusa assieme al nostro Greco di Bianco, un nettare leggendario prodotto nell’omonimo centro della Locride. Il Cirò è sicuramente un vino antichissimo legato alla storia di una zona vitivinicola calabrese che ruota sempre attorno alla nascita delle colonie greche. Personalmente ritengo che sia difficile dare una datazione precisa che si deve basare sempre su dati certi, ma mi piace di più lasciare questo alone di mistero e di fascino che attornia la storia di questi vini prodotti già in tempi lontanissimi.

Sommelier Giulia Cosenza sui vini calabresi

 

3. Fino a pochi anni fa si parlava raramente di vini calabresi o forse io non ne ero al corrente, adesso vedo che vengono riconosciuti e apprezzati anche all’estero. Che cosa è cambiato? In Calabria abbiamo vini DOC o IGP che meritano attenzione?

La Calabria da circa dieci anni a questa parte ha fatto passi da gigante. Io mi sono approcciata a questo mondo da poco tempo rispetto ad altri, ma so per certo che la qualità dei vini calabresi ha raggiunto alti livelli al pari degli altri grandi prodotti italiani. Ne sono prova i moltissimi riconoscimenti che le cantine stanno ottenendo in concorsi o selezioni a livello non solo nazionale ma internazionale. In Calabria il vino si è sempre fatto, la nostra è una terra vocata alla viticoltura da secoli e per noi fare il vino è cultura, rappresenta le nostre radici. L’elenco dei vini che meritano attenzione è lunga. Sicuramente il Cirò è diventato il simbolo della nostra regione nel mondo e il gaglioppo è il vitigno autoctono più conosciuto. Ma la biodiversità calabrese è enorme e regala vini eccezionali che nemmeno i calabresi conoscono. Infatti, più che dare nomi consiglio di provare tutti i vini da uve autoctone come ad esempio il magliocco (rosso) o il mantonico (bianco) sia in versione secca che passita. Non rimarrete delusi.

 

4. Il tuo lavoro ti porta spesso fuori dai confini regionali, potresti stilare una top 5 dei vini italiani? In quale posizione metteresti il tuo vino calabrese preferito?

Devo ancora assaggiare tantissimi vini per fare una classifica effettiva, ma se devo mettere assieme tutta l’Italia, ai primi posti devo inserire i grandi vini rossi del nord Italia come l’Amarone e il Barolo; al terzo direi un grande rosso del sud, il Primitivo di Manduria mentre al quarto inserisco un rosato cirotano da gaglioppo, Il Marinetto di Sergio Arcuri, che è uno dei miei vini calabresi preferiti. Ma ne ho più di uno: e a tal proposito al quinto posto metto il Moscato al governo di Saracena, un vino passito che si produce esclusivamente in questo centro del Pollino. Una rarità solo nostra.

Sommelier Giulia Cosenza sui vini calabresi

 

5. Secondo te c’è un vino nella nostra regione che esprime anche in parte le caratteristiche della Calabria e dei calabresi.

La Calabria è una terra bellissima e geograficamente molto sfaccettata. Effettivamente esistono più Calabrie, perché ogni zona ha una sua peculiarità e possiede un vitigno piuttosto che un vino che la rappresenta. Anche se ormai il Cirò ne è diventato il simbolo, bisognerebbe imparare a conoscere tutti gli altri vini che raccontano i diversi territori della regione.

 

6. Parliamo delle cantine calabresi, c’è la possibilità di visitarle e di fare degustazioni? Ci sono eventi in programma ai quali si può partecipare?

Il turismo enogastronomico in Calabria deve ancora decollare. Nonostante vino e cibo siano il nostro cavallo di battaglia, ancora non siamo molto attrezzati per affrontare a regime questa richiesta. Però già molte cantine su tutto il territorio regionale si stanno muovendo in tal senso: organizzano visite guidate e degustazioni ed eventi a tema. Alcune ospitano anche persone che vogliono fare esperienza diretta della vendemmia. Sono stati organizzati diversi eventi estivi in questi anni da nord a sud della regione, da Calici sotto le stelle a Cirella di Diamante (Cs) a Incontri diVini nel Borgo Antico a Cirò (Kr).

Sommelier Giulia Cosenza sui vini calabresi

 

7. Immaginiamo che io mi trovi di fronte a un enorme scaffale di vini calabresi indecisa su quale scegliere. Come posso selezionare il vino giusto per me, a cosa dovrei badare per scegliere bene?

Dipende da quali sono le tue preferenze, se ti piacciono più vini bianchi, rosati o rossi. Guardando le etichette ricorda che i bianchi calabresi sono alcolici, quindi se pensi che siano più leggeri, sbagli! Stessa cosa per i rosati; sono mediamente fra i 13 e i 14 gradi, proprio come i rossi. Sceglili dell’annata corrente così li troverai più freschi con maggiore acidità; per i rossi puoi scegliere quelli giovani più beverini o quelli più maturi che invecchiando in legno diventano più robusti e strutturati. Infine, molto affascinanti a mio avviso, sono i passiti: dal Greco di Bianco, al Mantonico passito, al Moscato di Saracena hai davvero l’imbarazzo della scelta. Io ti consiglierei di assaggiarli tutti!

 

8.Tu sei anche una blogger. Il tuo blog si chiama “Il calice di Ebe”. Perché hai scelto questo nome e chi è Ebe?

Il mio blog nasce a febbraio del 2017. Ebe è il nome dell’antica dea greca della giovinezza, poco conosciuta in realtà, figlia di Era e Zeus. Era anche l’ancella enofora degli dèi dell’Olimpo, che serviva il nettare e l’ambrosia di cui si cibavano per restare giovani ed immortali. Non conoscevo la sua figura fino a quando non ho lavorato presso il Museo del Vino della Fondazione Lungarotti, a Torgiano (Pg), in Umbria, che vi consiglio di visitare: sono stati mesi bellissimi per me, ho toccato con mano l’immensa cultura del vino, e mi sono lasciata ispirare dalla figura di questa fanciulla rappresentata nell’opera di Antonio Canova, che regge con una mano un’anfora e con l’altra un calice. Mi piace pensare che sia stata la prima donna sommelier della storia; Il calice di Ebe tratta di cultura e tradizione enogastronomica a 360 gradi e di argomenti legati al magico mondo del vino e del cibo.

Sommelier Giulia Cosenza sui vini calabresi

 

9. Ho visto che nel tuo blog parli non solo di vino e di sapori tradizionali ma spesso dai anche le ricette di pietanze calabresi. Allora, svelami qual è il tuo piatto tipico calabrese preferito?

Anche di piatti ce ne sarebbero tanti, ma io resto fedele alla salsiccia calabrese, fresca o stagionata, ma sempre e comunque piccante!

 

10. Immagina che io sia il gestore di un ristorante, quale combinazione vino-cibo dovrei far servire ai turisti stranieri perché possano conservare un ottimo ricordo della Calabria anche dal punto di vista enogastronomico?

Il cibo è cultura. Un ristoratore che voglia far conoscere la Calabria ai suoi visitatori deve necessariamente preparare piatti che siano legati al territorio e alla sua storia, con prodotti locali abbinati a vini locali. Non c’è metodo più efficace di questo. I ricordi sono fatti di colori, odori e sapori che caratterizzano ciò che mangiamo e beviamo. Puoi stare sicura che così nessuno potrà scordarsi della Calabria!

Ti ringrazio per questi preziosi spunti sul vino e non solo. Ho imparato più di quanto immaginassi.

 

Per contattare Giulia Cosenza potete scrivere a:

info(at)ilcalicediebe.com

oppure visitare il suo sito: https://ilcalicediebe.com/

Sommelier Giulia Cosenza sui vini calabresi